Lo stretching passivo è eseguito sulla persona da forze esterne, ad esempio un massaggiatore.
Il vantaggio di questa metodica è la possibilità di poter portare il muscolo oltre i limiti che si raggiungono con lo stretching attivo. Con il totale rilassamento della muscolatura i tessuti
vengono allungati senza opposizione della contrazione muscolare.
Per gli sportivi è un'attività indispensabile. Lo stretching attivo è consigliato
prima di una performance, mentre quello passivo può essere utilizzato al fine di creare degli adattamenti sul medio e lungo periodo.
Lo stretching passivo permette di mantenere i muscoli e le articolazioni flessibili, prevenendo eventuali traumi muscolari e articolari. Migliora la capacità di movimento. Aiuta a preparare
il corpo all’attività fisica e, terminato l'allenamento, produce un senso di rilassamento in ogni parte del corpo.
Inoltre, una ricerca pubblicata sul Journal of
Physiology mostra come lo stretching passivo aiuti a migliorare il flusso sanguigno facilitando la dilatazione delle arterie e diminuendone la rigidità, prevenendo
alcune implicazioni vascolari come le malattie cardiovascolari.
La respirazione gioca un ruolo fondamentale poiché consente il ricambio dell’ossigeno nel sangue con conseguente rilassamento dei muscoli. Rimanere in apnea comporta la contrazione dei muscoli della parete addominale, posti in uno snodo centrale del corpo, generando il suo totale irrigidimento.
L'allungamento muscolare è particolarmente indicato per gli sportivi, chi svolge lavori che obbligano sia a stare in piedi o alla scrivania tutto il giorno e terza età.